Psicologia del Coronovirus ai tempi del COVID-19
Viviamo una fase di vita a cui nessuno era preparato, in cui le più scontate e necessarie libertà della nostra quotidianità sono state bruscamente e fortemente limitate dalla necessità di contenere la pandemia da Covid 19, in questo articolo cercherò di parlare di alcuni aspetti della Psicologia da Coronavirus, da pandemia e da eventi inaspettati.
Psicologia da Coronavirus. L’effetto traumatico dell’impatto del Coronavirus nelle nostre vite si è da subito presentato sotto forma di angoscia di morte e paura dell’altro (visto come untore).
Ben presto si è manifestata la preoccupazione economica e con essa la paura per il futuro. A seguire le difficoltà di gestire figli e disabili tra le mura domestiche, le convivenze forzate tra coppie in conflitto o in fase di separazione.
Queste sono solo alcune delle preoccupazioni che hanno trafitto le nostre vite dall’oggi al domani. Molte di queste troveranno risoluzione in funzione dell’allentamento delle misure restrittive per il contenimento del Coronavirus.
Alcuni effetti traumatici ai tempi del Coronavirus potrebbero restare più a lungo. Sono quelli che questa pandemia ha scatenato in ognuno di noi e che si presentano sotto forma di disagi psicologici.
Per mantenere un sano equilibrio mentale l’uomo ha bisogno di sentire di avere il controllo della propria vita, almeno in parte. Tutti quegli eventi che mettono a repentaglio tale controllo sono definiti traumatici.
Quando l’uomo si sente impotente, sopraffatto dagli eventi, incapace di trovare risposte sviluppa un certo disagio psichico. Il disagio può essere transitorio e lieve in soggetti sufficientemente equilibrati, i quali non tarderanno a rimettersi in piedi una volta superata la pandemia.
Molti altri soggetti invece, con pregresse patologie psichiche conclamate o con lievi tendenze ansioso depressive, ossessive, possono sviluppare veri e propri disturbi psicologici invalidanti che sicuramente resisteranno al Covid 19.
Il lockdown ci ha tenuti lontani per lunghe e numerose settimane da amici, parenti, partner, colleghi, in molti casi costringendoci alla solitudine, all’isolamento sociale.
È utile l’ausilio dei mezzi informatici e dei social network che ha permesso di mantenere i contatti in attesa di riprendere a godere delle relazioni. E’ chiaro che tali mezzi sono una buona alternativa in caso di necessità ma non possono sostituire una relazione vera e propria.
Il confinamento ha bloccato lo scorrere frenetico delle nostre vite. Questo ci ha costretto a fare i conti con noi stessi. Cosa che spesso rimandiamo perché “non c’è tempo” ma che in realtà si traduce in “non me ne voglio occupare, mi spaventa”.
Ognuno di noi porta delle ombre interne di cui non sa e non vuole occuparsi, ma che condizionano negativamente la nostra vita. Queste ombre si chiamano angosce, vissuti traumatici, solitudini, vuoti, mancanze.
Il lockdown ha un ruolo nella Psicologia da Coronavirus. Esso ha bloccato le nostre difese da ciò riemergono i mostri, le ansie, le paure, le angosce, le fobie. Queste tornano più di prima o irrompono bruscamente nella nostra vita.
Questi sono costi psicologici da tenere in conto e dei quali dobbiamo occuparci appena l’emergenza del Coronavirus sarà terminata.
Perché anche i disordini psichici si diffondono molto velocemente e richiedono prevenzione, cure e misure di contenimento.
Il timore è che quando le misure restrittive saranno allentate i disturbi psicologici continueranno a bloccarci. La paura è di non riprendere la nostra vita generando un ulteriore lockdown, questa volta psicologico.
Contatti Dottoressa Nocera Psicologo Psicoterapeuta Palermo